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Sogni in pellicola

Passate

Rassegna di classici di tutti i tempi

In collaborazione con Bergamo Film meeting
Nella lunga storia di Lab80 sono stati raccolti e distribuiti tanti film: pietre miliari che i giovani non hanno potuto assaporare nel chiuso di una sala e che anche i meno giovani possono ora rivedere se non addirittura riscoprire. Con questa rassegna iniziamo un cammino immaginando una sorta di serial della memoria, con puntate che ogni volta riservano qualche sorpresa.

Il dialogo con il cinema del passato è assolutamente fecondo e può anche illuminare il presente, attraverso le differenze, le distanze spazio-temporali, ma anche quelle tecnologiche. E poi ci sono le diversità di sguardo, le mutazioni nel modo di essere spettatori,  perché il cinema di una volta ha ancora presa sugli spettatori di oggi: questo è innegabile. Una fascinazione, un incanto, una “magnifica ossessione”, quindi, che vanno alimentati, accontentati, con la volontà di riaprire tante pagine della storia del cinema e della nostra storia.

Ne Lo Schermo Bianco c’è un proiettore 35mm praticamente nuovo; proviene da un fallimento e questo per noi è un ulteriore stimolo: ridare vita a una macchina che giaceva in un magazzino e renderla ancora capace di restituire racconti, identificazioni e sogni.

In questa avventura non poteva mancare la collaborazione con Bergamo Film Meeting, che, fin dalla sua nascita ha sempre dedicato grande attenzione ad autori e periodi fondamentali della storia del cinema. BFM nel 2022 compirà quarant’anni e questa nuova ricognizione del passato sarà parte viva del loro futuro: una sorta di ossimoro strategico che riflette una dote – anche nel significato di contributo che la persona porta con sé – essenziale in chi fa il nostro mestiere: la passione per il cinema, ma anche e soprattutto la soddisfazione e il piacere di far conoscere a più persone possibili i film che contano, insieme alla bellezza che si lasciano dietro.

Truffaut e il noir americano
dal 22 novembre al 27 dicembre

Alcuni elementi del noir classico americano degli anni ’40 sono noti a tutti: la derivazione dal romanzo hard boiled, fiorito negli USA a partire dagli anni ’20 del Novecento, l’ambientazione urbana, l’uso spasmodico del chiaroscuro, il contrasto tra luce e ombra, il delitto come motore dell’azione, il doppio gioco, lo scambio di persona, la truffa, l’eventuale incontro con il poliziesco e la detective story, l’adulterio, il tradimento, l’inganno, la rilevanza della figura della dark lady, il cinismo, la sete di vendetta, la seduzione, l’erotismo morboso, la trappola mortale, la pioggia, la notte, le luci inquietanti dei lampioni e dei neon, la vertigine dello specchio. Insomma, un labirinto di ambiguità, un senso crescente di smarrimento, la presenza di un destino già segnato che si percepisce in volti, cose, ambienti.

Il termine noir fu coniato dalla critica francese intorno alla metà degli anni ’50, a ridosso di quella che è unanimemente chiamata la nouvelle vague, e che alle origini ha avuto come corifei François Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, Claude Chabrol e Éric Rohmer. Tutti costoro collaboravano alla rivista «Cahiers du cinéma», che si è fatta promotrice di una riscoperta/rivalutazione del cinema classico d’autore hollywoodiano, in primis della figura di Alfred Hitchcock.

Quella di Truffaut, che qui viene proposta con tre film, è una rivisitazione, in salsa francese e contemporanea, di alcuni “passaggi” del cinema noir. Il confronto è con altri tre film americani, due dei quali portano la firma di Billy Wilder e di Fritz Lang, entrambi fuggiti dalla Germania nei primi anni ’30, portandosi dietro pezzi dell’esperienza espressionista, che bene si conformavano alle angosce e alle tenebre di un genere che aveva percorso gli anni della seconda guerra mondiale e quelli immediatamente successivi.

Programmazione:

La donna del ritratto – The Woman in the Window di Fritz Lang
22 Novembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
L’attrazione di un maturo borghese per una donna misteriosa racconta il confine labile tra realtà e apparenza, innocenza e colpevolezza. Il professore di criminologia Richard Wanley, rimasto solo mentre la famiglia è in vacanza, si reca a cenare al club. Prima di entrare, ammira in una vetrina il ritratto di una bellissima donna. Incontratala di persona, si farà coinvolgere nell’omicidio del suo amante, tanto da subire il ricatto di un uomo che minaccia di denunciarlo alla polizia. Il finale a sorpresa è fulminante.

Tirate sul pianista – Tirez sur le pianiste di François Truffaut
29 Novembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
Charlie Kohler fa il pianista in una bettola dove una sera arriva suo fratello Chico che si nasconde da due gangster con i quali ha dei conti in sospeso. Charlie lo aiuta a fuggire  con la collaborazione di Lena, cameriera innamorata di lui, ma da quel momento diventa a sua volta un bersaglio dei malviventi. Il secondo film di Truffaut è tratto da un romanzo di David Goodis, autore di Dark Passage, che si disse molto soddisfatto della versione cinematografica del regista francese.

La fuga – Dark Passage di Delmer Daves
6 dicembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
A Vincent Parry, condannato ingiustamente per uxoricidio, non resta che una possibilità: scappare e farsi cambiare i connotati nella speranza di dimostrare la propria innocenza e scoprire da solo l’assassino. Una donna giovane e bella lo aiuta a sfuggire alla polizia. Famosissima la lunga sequenza iniziale della fuga in soggettiva. Il terzo dei quattro film della coppia Bogart-Bacall è un noir ben recitato e costruito con diverse invenzioni registiche originali.

La mia droga si chiama Julie – La sirène du Mississippi di François Truffaut
13 dicembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
Louis Mahé, proprietario di una fabbrica di sigarette all’isola della Réunion, ha sposato Julie Roussel per corrispondenza. Un giorno la ragazza sparisce con tutti i suoi soldi: si scopre che non si chiama Julie ma Marion, che è un’avventuriera e che, con l’aiuto di un complice, si è sostituita alla vera Julie. Louis parte per la Francia deciso a vendicarsi e incarica Comolli, un investigatore privato, di rintracciare la donna. 

La fiamma del peccato – Double Indemnity di Billy Wilder
20 dicembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
Dalla confessione registrata di un uomo ferito, parte la ricostruzione di una serie di crimini che coinvolgono un professionista di gradevole aspetto ma con pochi scrupoli, e una donna, Phillys Dietrichson, tanto attraente quanto pericolosa. Tutto inizia con un incontro fatale tra i due a seguito della scadenza di una certa polizza assicurativa appartenente al marito della bella Phillys. Un classico del noir dall’intreccio complesso, in cui confluiscono passione, denaro, morte, sesso e tradimento. Raymond Chandler si ispira a Il postino suona sempre due volte di James M. Cain. Sceneggiatura e regia praticamente perfette.

La sposa in nero – La mariée était en noir di François Truffaut
27 dicembre, h. 21 / in lingua originale, sottotitolato
Il giorno del suo matrimonio il marito di Julie viene ucciso da una fucilata sparata per divertimento da un gruppo di amici. Reduce da un tentato suicidio, Julie decide di vendicarsi, eliminando uno ad uno i cinque uomini. Julie viene ricordata moltissimo dalla Sposa di Tarantino in Kill Bill. Per entrambe la vendetta è un piatto che si serve freddo.

Info e biglietti
Ingresso
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Intero: 6,50 € •• Ridotto: 5,50 € •• Soci Lab 80, donatori BFM e abbonati BFM Lovers 2021: 4,50 € •• Carnet da 5 ingressi riservato ai soci: 18 €

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